La storia
Il Liceo Artistico Mannucci di Ancona è una scuola secondaria di secondo grado che fonda il proprio metodo didattico ed educativo sulle attività artistiche, offrendo agli studenti gli strumenti atti ad esprimere la loro creatività, anche nella professione scelta. Attualmente la scuola svolge nella società una funzione complessa, sia in termini di sensibilizzazione, educazione e formazione professionale che in termini di preparazione culturale ed artistica; inoltre la continua evoluzione delle forme e delle tecnologie dell'istruzione la obbliga ad impostare le attività ed i percorsi educativi in un'ottica aperta e dinamica.
Tali compiti vengono assolti dall'istituto dal 1961, quando il Ministero della Pubblica Istruzione accolse le istanze dell'amministrazione locale, volte a colmare una lacuna del panorama scolastico cittadino. Negli anni immediatamente successivi, la scuola potè contare sul decisivo apporto della direzione dello scultore Edgardo Mannucci, sia in termini di impostazione metodologica, sia per quanto riguarda la visione globale del ruolo e della funzione della formazione artistica. L'artista, intendendo l'arte come continua ricerca, che scaturisce anche dal dialogo e dal rapporto con i giovani allievi, concepiva la scuola come studio e laboratorio, attuando una stretta connessione tra la propria esperienza artistica e la didattica.
Nel 1989, per rispondere alle esigenze del territorio, è stata aperta la sede staccata di Jesi nell'ambito del Distretto Scolastico n°8, allo scopo di offrire una qualificata formazione nel campo delle Arti Applicate, capace di rinnovare la tradizione orafa jesina, attraverso una metodologia progettuale fondata sulla sperimentazione dei laboratori dei Metalli e della Decorazione Pittorica (Didattica del saper fare).
Il Liceo Artistico Mannucci di Fabriano (fondato nel 1979) rappresenta nel distretto scolastico n°7 della provincia di Ancona l'unica scuola orientata alla creatività e all'arte. In un contesto territoriale di forte vocazione industriale, come quello fabrianese, la sezione di Grafica Pubblicitaria e Fotografia, che ha finora caratterizzato l'attività didattica e formativa dell'istituto, ha consentito a molti diplomati di inserirsi nel mondo professionale della comunicazione visiva e pubblicitaria. Nell'anno scolastico 1996/97, l'istituto è stato accorpato all'Istituto d'Arte "E. Mannucci" di Ancona, entrando a far parte del polo provinciale dell'Istruzione Artistica. I dati dimostrano che, dopo tale accorpamento, la sede di Fabriano ha mantenuto la propria identità e anzi l'ha rafforzata, grazie anche al maggiore scambio di idee e di esperienze didattiche dei suoi docenti con quelli delle altre sedi.
Per mantenere sempre attiva l'interazione tra scuola e territorio si realizzano numerosi progetti che, da tempo, contribuiscono all'ampliamento dell'offerta formativa dell'istituto. Tutto questo avviene tramite l'organizzazione di conoscenze, acquisizione di adeguate metodologie progettuali, un uso consapevole di strumenti e tecniche. Cultura è arricchimento spirituale, respiro, che permette, nei più alti obiettivi, di raggiungere conoscenze collegabili a più discipline con il conseguimento di una vera coscienza critica.
L'insegnante ha un compito fondamentale: prendersi cura dell'alunno che è al centro del processo educativo, dargli spazio, dargli voce, aiutarlo ad avere piena coscienza di sè.
EDGARDO MANNUCCI
Nasce a Fabriano (AN) il 14 giugno 1904 da Giuseppe Maria Mannucci e Giovanna Perfetti. Fin da bambino si esercita alla lavorazione del marmo, aiutando il padre nel suo laboratorio di artigiano marmista.
Terminate le scuole elementari, frequenta a Matelica, non lontano da Fabriano, una scuola professionale per la lavorazione del cemento. Qualche anno dopo, conclusa la scuola, parte per il servizio militare.
Tornato a Fabriano, nel 1927, lascia ventitreenne la famiglia e, spinto dal desiderio di conoscere cose nuove, si trasferisce a Roma, dove, per vivere, lavora inizialmente come muratore, stuccatore, manovale e aiutante dello scultore Zaccagnini. Va ad abitare quindi per alcuni anni nello studio dello scultore Quirino Ruggeri, del quale diventa allievo, e che costituisce un punto di riferimento diretto per il suo lavoro, soprattutto per l'interesse che Ruggeri ha per il primitivismo plastico.
Contemporaneamente frequenta il Museo Artistico Industriale, l'allora scuola superiore sperimentale, poi divenuta il Liceo Artistico Mannucci, dove insegnano Roberto Papini storia dell'arte, Prini scultura, Aschieri architettura, Ferrazzi pittura, Michelucci prospettiva, Oppo, Giulio Rosso, Luigi Bartolini ed altri. Un anno dopo essersi iscritto al Museo Artistico, frequenta a Roma, ma solo per pochi mesi, l'Accademia di Belle Arti. Ancora attraverso Ruggeri conosce Arturo Martini, Cardarelli, Longhi, Bartoli, Socrate, Cecchi e altri esponenti della cultura artistica e letteraria.
Altri contatti con il mondo artistico romano sono, nel 1927, con Cagli, e l'ambiente della Galleria della Cometa. Con Cagli in particolare stringe una solida amicizia. Insieme costituiscono il gruppo "Gli Orientalisti" che si ispira all'Oriente. Il gruppo fa capo al Caff Castellino a Piazza Venezia, dove si ritrovano Libero de Libero, Afro e Mirko Basaldella, Sclavi, Ravasenga e altri. Terminato il Museo Artistico, nel 1930 lascia lo studio Ruggeri e si trasferisce in via Flaminia, dove divide il nuovo studio prima con il romano Enrico Castelli e poi, per due anni, con Gentilini.
Lavora ancora in modo tradizionale e analitico, ma nasce qui una sua prima reazione, e, con questa, la necessità di ricercare forme nuove. Nel 1931 espone per la prima volta al Circolo "Gentile" a Fabriano.
Partecipa quindi a collettive come la Quadriennale romana, diverse mostre sindacali interprovinciali delle Marche, e al premio Latina. Durante gli anni trenta collabora ad allestimenti di ambienti: alla "Mostra del Tessile" nel '36, alla "Mostra del Dopolavoro" nel '38 a alla "Mostra del Minerale" nel '39. In quest'ultima collabora con Enrico Prampolini. Gi frequenta negli stessi anni, la casa di Balla, a Roma, attraverso il quale ha rapporti con altri artisti futuristi. Del Futurismo condivide in particolare l'interesse per il tema della velocità, parecchi anni po tardi, quello dell'energia della materia.
Nello studio di Prini conosce Marinetti. Nel 1937 apre un nuovo studio in via Margutta. Qui ospiterà dopo la guerra per qualche tempo Burri, Uncini, Trubbiani, Angeli, Tolve e altri giovani artisti, e, brevemente, lo stesso Rauschenberg. Nel 1938 sposa Altea Minelli.
Nello stesso anno gli viene assegnata la cattedra di ornato modellato al Liceo Artistico di Roma, la occupa fino al 1940, quando parte per la Campagna in Albania. Partecipa all'attacco alla Grecia e poi allo sbarco a Creta. A Creta l'8 settembre 1943 fatto prigioniero. Imbarcato per Atene, la sua nave, "Sinfra", affondata, ed recuperato in mare insieme ad altri. Dai tedeschi sbarcato al molo cretese di Suda. Nel 1944 torna in Italia.
Riprende il lavoro realizzando alcuni ritratti, fra i quali uno della moglie e uno della figlia. Sente tuttavia che queste forme non esprimono pi le esigenze stetiche dell'uomo contemporaneo, completamente cambiato dopo Hiroshima. Lavora alle prime opere geometriche in gesso. Nello studio di Fazzini conosce Alberto Burri, del quale diventa subito amico. Riprende l'insegnamento al Liceo Artistico di Roma, dove dal 1946 al 1962. Lavora assiduamente. Abbandona il gesso per agire direttamente sul metallo. Nel 1950-51, tra i primi a saldare direttamente, prima con lo stagno, e pi tardi con il gas. E' vicino al gruppo "Origine" formato da Ballocco, Burri, Capogrossi, Colla. Conosce Ren Clair. Per vivere assume commissioni di statue per diversi films, come "I Miserabili", "Elena di Troia", "Fabiola", "Quo Vadis?", "Le Bellezze del Diavolo", "Gli ultimi giorni di Pompei", "Cristo Proibito", ed altri.
Nel 1956 organizza la sala omaggio a Quirino Ruggeri alla Biennale di Venezia. Nel 1962 trasferito all'Istituto d'Arte di Urbino e pochi mesi dopo preside dell'Istituto d'Arte di Cagli, quindi di Fano e Ancona. Continua il suo lavoro di ricerca. Dal 1965 al 1973 fa parte della Commissione per il collocamento delle opere alla Quadriennale romana.
E' stato presidente di diversi premi di pittura come il Termoli, Altri, G.B. Salvi, Sassoferrato. Nel 1966 riceve dal Presidente della Repubblica, la medaglia d'oro per le sue attività artistiche.
Lavora contemporaneamente, oltre che come scultore, anche come orafo (suo il portareliquie donato a Paolo VI dal clero di Roma) e, più limitatamente, medaglista.
Muore il 21 novembre 1986 nella sua abitazione di Arcevia.
Le sue opere si trovano nei seguenti musei ed edifici pubblici: Krller Mller di Otterlo, Museum of Modern Art di Buffalo, Museum of Modern Art di New York, Museum of Modern Art di Dallas, Museo Civico di Fabriano, Museo Civico di Macerata, Palazzo della Provincia di Ancona, Sede centrale della Cassa di Risparmio di Fabriano e di Cupramontana.
In omaggio alla lunga e fondamentale attività didattica gli è stato intitolato l'Istituto Statale d'Arte di Ancona oggi divenuto Liceo Artistico Mannucci di Ancona.